giovedì 3 agosto 2017

Recensione di "Confusione" ∼ La saga dei Cazalet

BuonGiorno Lettori,
Oggi vi continuo a raccontare le vicende della numerosa famiglia Cazalet: subito dopo aver terminato la lettura di Il tempo dell'attesa ho iniziato a leggere il terzo volume. Ero molto curiosa e le aspettative sono state soddisfatte, se non superate!

Confusione
Elizabeth Jane Howard
Pubblicato da Fazi Editore, 2016.

È il 1942: da quando abbiamo salutato i Cazalet per l’ultima volta è trascorso un anno. I raid aerei e il razionamento del cibo sono sempre all’ordine del giorno, eppure qualcosa comincia a smuoversi: per le giovani Cazalet la lunga attesa è finita e finalmente Louise, Polly e Clary fanno il loro ingresso nel mondo. Quella che le aspetta è una vita nuova, più moderna e con libertà inedite, soprattutto per le donne. Le cugine si avviano su strade disparate, tutte sospese tra la vecchia morale vittoriana del sacrificio e un costume nuovo, più disinvolto, in cui le donne lavorano e vivono la loro vita amorosa e sessuale senza troppe complicazioni. Per quanto riguarda il resto del clan, fra nascite, perdite, matrimoni che vanno in frantumi e relazioni clandestine che si moltiplicano, i Cazalet vanno avanti a testa alta e labbra serrate, sognando la fine della guerra: «il momento in cui sarebbe iniziata una vita nuova, le famiglie si sarebbero ricongiunte, la democrazia avrebbe prevalso e le ingiustizie sociali sarebbero state sanate in blocco». Ormai ci sembra di conoscerli personalmente, e non possiamo che attendere insieme a loro quel momento. 


Mi sono ormai abituata a Elizabeth Jane Howard, al suo stile e al suo modo di prendere per mano il lettore e ricordare a grandi linee, nella breve introduzione, cosa è successo nel precedente volume. L’introduzione di Confusione, però, ha un sapore amaro perché ci annuncia la morte di Sybil. Spesso la scrittrice ci mette davanti al fatto compiuto: preferisce dilungarsi sulle reazioni o sulle conseguenze di un determinato evento, piuttosto che sulla sua descrizione fine a se stessa. E io, non posso non essere d’accordo con questa scelta!

Edizione Pan, 2013
In questo modo, tante pagine sono dedicate a Polly e Hugh che, a modo loro, cercano di superare il lutto. Hugh sente di dover essere forte per i suoi figli, ma la corazza che si è costruito si infrange con la stessa facilità di un delicato vaso di cristallo, quando trascorre qualche ora in compagnia del fratello Edward. Polly sublima la mancanza della madre, allontanandosi da Home Place. Facendo compagnia al padre, cerca di costruirsi un futuro a Londra con Clary, unica amica e confidente a cui sente di poter raccontare tutto. E questo lutto, renderà ancora più indissolubile il loro rapporto: un ulteriore anello di congiunzione tra loro. Insieme, assaporano la vita da londinesi, mettendosi alla prova nel mondo del lavoro: le mansioni richieste loro non si allontanano troppo da ciò che sognavano qualche anno prima. Clary, inoltre, continua a scrivere un diario che suo padre, una volta tornato, leggerà. Perché nonostante tutto, non ha mai perso la speranza: Rupert tornerà.
Se continuo a scrivere è per me quanto per te, perché mi aiuta a ricordare. Uno degli aspetti peggiori del fatto che tu manchi da casa ormai da così tanto tempo - due anni e nove mesi - è che, anche se ti penso spesso, ho costantemente la sensazione di perdere dei ricordi. È come se lentamente tu ti allontanassi e sparissi più piano dal mio orizzonte. È una cosa che odio. Se è questo che la gente intende quando parla di “superare il dolore”, allora a me non interessa.
∼ Clary
Infine, in un mondo precario e in continuo cambiamento, devono mettersi alla prova anche con le questioni di cuore e forse, per la prima volta, sentono di non poter raccontarsi reciprocamente nel solito modo limpido e trasparente.

Come le due cugine, anche Louise fa delle scelte che le cambieranno in modo radicale la vita: sceglie di mettere in pausa la carriera da attrice, sicura che Michael Hadleigh, affascinante ritrattista ora arruolato in Marina, possa porre rimedio alle tante mancanze che sente di aver collezionato durante gli anni. Non sa ancora, però, quanto sia stretto e influente il legame tra Micheal e la madre Zee. Nei precedenti volumi, Louise non mi aveva fatto molta simpatia, ma ora qualcosa è cambiato: le esperienze che ha vissuto, desiderate o subite, mi hanno fatto rivalutare il personaggio. Lo stesso posso dire di Zoë, la cui condizione in bilico tra moglie/vedova, rende ai miei occhi i suoi comportamenti meno frivoli e infantili. Ha sicuramente guadagnato qualche punto in più nella mia classifica cazaletiana!


Kingsley Amis ed Elizabeth Jane Howard
Rupert e Rachel sono i personaggi che mi sento di definire “in stallo”: nonostante la notizia che sia vivo, non si ha la certezza che Rupert possa ancora esserlo. I mesi continuano a passare, ma la situazione non cambia. Rachel è invischiata nel complicato ma indispensabile rapporto con Sid: dubito che possa trovare la forza di cambiare qualcosa in questo rapporto, sempre che senta questa necessità. Chi non perde tempo, è sicuramente Edward: con la sua inesorabile e imperturbabile calma, si districa bene nel ruolo di marito e di amante più o meno sempre fedele a Diana. Un comportamento condiviso con Hugh e scoperto da Rachel che non riscuote parole di stima nei suoi confronti.

Con piccoli ma significativi accenni, Jane Howard porta avanti in parallelo le vite degli altri Cazalet e non: Angela fa qualche sbaglio e cerca di rimettere insieme i pezzi; Nora non è più convinta della “carriera ecclesiastica”, ma trova il modo di rendersi utile ugualmente; le decisioni di Christopher e Teddy non riscuotono molto successo in famiglia, ma almeno rendono felici i diretti interessati.


La scrittrice e Lady Kilmarnock al memoriale di Amis nel 1996
Archie è uno dei pochinon Cazalet” che ha una parte importante nel racconto. Mi piace molto questo personaggio per i toni sempre gentili e moderati, per la disponibilità e per la capacità di ascoltare il prossimo. È sicuramente uno dei miei personaggi preferiti! Infine una new entry, Jack Greenfeldt, mi ha davvero commosso: grazie a lui, Jane Howard ha potuto parlare della guerra, da un punto di vista diverso, rispetto a quello inglese. Ma non vi rivelo nient’altro di lui, voglio che scopriate da soli chi è e in che modo entra a far parte della dinamiche della famiglia.

Posso ritenermi soddisfatta perché, anche quest’anno, ho scoperto una nuova scrittrice capace di tenermi incollata alle sue storie. Le numerosissime pagine dei libri scorrono via veloci, grazie al tono disinvolto e mai eccessivo. Inoltre, in Confusione, ci sono più capitoli “corali” rispetto al precedente volume, dove invece, prevale il punto di vista delle tre cugine maggiori. L’ho apprezzato molto!

Infine, tenere in mano questi libri è una gioia per gli occhi: le copertine sono davvero stupende (Gli anni della leggerezza in modo particolare). Sono tratte dalle opere di Tom Purvis, l’artista di poster pubblicitari più influente del XX secolo.


Poster da cui è stata tratta la copertina

Voglio sbilanciarmi e dire che, fino ad ora, Confusione è il libro più bello della saga, secondo il mio modesto parere. Dopo pagine e pagine, ho imparato a conoscere i personaggi: alcuni hanno confermato le mie aspettative, altri mi hanno fatto cambiare idea. Ho individuato i miei preferiti e con grande curiosità e aspettative, mi accingo a leggere Allontanarsi...


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