Recensione di "Loving Vincent"

BuonGiorno Lettori,

come vi avevo accennato sulla pagina Facebook, mercoledì sono andata a vedere al cinema Loving Vincent: uno dei migliori film visti al cinema negli ultimi tempi!

Avevo adocchiato questo film da parecchio tempo e, una volta rese note le date, non ho esitato: solitamente non vado molto al cinema, ma per certi film ne vale davvero la pena! Ciò che mi ha incuriosita subito è stata la realizzazione: il film non è un semplice racconto della vita di Vincent van Gogh. Loving Vincent è una dichiarazione d’amore al pittore, da parte di 125 artisti che hanno pazientemente e meravigliosamente riprodotto i suoi luoghi, i suoi affetti e i suoi tormenti.

Io non avevo mai visto un film del genere e l’idea di avere un dipinto per ogni singolo frame mi ha fatto tornare indietro con la memoria, ai vecchi modi di fare film o cartoni animati. È stato davvero un lavoro lungo: gli artisti hanno impiegato oltre un anno per realizzare questi capolavori, base per le riprese.

Se la realizzazione è stata davvero sorprendente, non è stata nemmeno banale la scelta di come raccontare le vicende del tormentato artista: la lettera d’addio, scritta negli ultimi momenti di vita, è il motore della vicenda. Flashback, intelligentemente lasciati in bianco e nero, descrivono i momenti salienti della vita dell’artista, che lo vedono protagonista.

Il cast che ha dato vita a Vincent, all’amato Theo e alle tante persone incontrate durante il suo peregrinare dall’Olanda, a Parigi, fino a Auvers sono per la maggior parte, volti noti per noi BBC Addicted. 

Il cast

Booth e Turner in
Armand Roulin e il barcaiolo

In alto a destra e in nella seconda riga, ritroviamo Aidan Turner e Eleanor Tomlinson, alias i coniugi Poldark che tanto ci hanno fatto dannare nell’ultima stagione; Douglas Booth, il coprotagonista, si è distinto in diversi adattamenti di classici dickensiani e non solo. Jerome Flynn è noto per essere il Bronn del Trono di Spade e, anche in questo caso, non ha un ruolo completamente limpido: è il dottor Gachet che ebbe in cura Vincent nel 1890. Robert Gulaczyk è il nostro van Gogh: è un artista teatrale polacco che io non conoscevo. Ma credo di essere in buona compagnia. Infine alla sinistra di Tomlinson troviamo Saoirse Ronan, la ragazza che nell’ormai lontano 2007 si aggiudicò una candidatura agli Oscar per il ruolo della piccola Briony in Espiazione (altro film che ho adorato)

Ronan, Booth e O'Dowd, Tomlinson in
Marguerite Gachet, i Roulin, Adeline Ravoux

In 95 minuti, il cast e crew hanno saputo far appassionare alla vita di questo grande pittore non solo attraverso le sue opere ma anche, mediante le tantissime lettere che Vincent mandava al fratello Theo. Sono la parte più toccante dell’intero film, in cui emerge il lato più dolce e sensibile del suo carattere. La sua vera essenza e, forse, la meno conosciuta.

Ma la vista delle stelle mi fa sempre sognare, come pure mi fanno pensare i puntini neri che rappresentano sulle carte geografiche città e villaggi. Perché, mi dico, i punti luminosi del firmamento ci dovrebbero essere meno accessibili dei punti neri della carta di Francia? Se prendiamo il treno per andare a Tarascon oppure a Rouen, possiamo prendere la morte per andare in una stella. Ciò che però è certamente esatto, in questo ragionamento, è che essendo in vita non possiamo arrivare in una stella, non più di quanto, essendo morti, possiamo prendere il treno... 

∼ Lettera a Theo, 1888.

Alla fine del film, ero commossa: cercavo di nascondere i miei occhi lucidi alle altre persone che non hanno vissuto il film così intensamente! 

Spero di aver convinto coloro che non l’hanno ancora a visto: a seguito del grande successo ottenuto, Loving Vincent vi aspetta al cinema anche lunedì 20 Novel . Non perdete questa occasione!

Chi di voi, invece, l’ha visto? Vi è piaciuto?

Fatemi sapere!  

Vi saluto con il trailer di questo meraviglioso film!

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