lunedì 15 gennaio 2018

Recensione di "Elizabeth Jane Howard" ∼ La biografia

BuonGiorno a tutti,
oggi vi racconto un libro che mi ha tenuto compagnia moltissimo tempo: la biografia di Elizabeth Jane Howard scritta da Artemis Cooper è un romanzo molto dettagliato che per apprezzarlo non bisogna avere fretta di concludere.

Elizabeth Jane Howard
Un’innocenza pericolosa
Artemis Cooper
Pubblicato da Fazi Editore, 2017.

L’immagine di Elizabeth Jane Howard è associata a quella della femme fatale: l’incedere altero, l’eleganza aristocratica che le donne di ricca estrazione riescono a esibire in ogni circostanza senza risultare fuori luogo. La sua infanzia fu tormentata dalla depressione della madre e dalle molestie da parte del padre, e da giovane cercò la propria emancipazione attraverso la carriera di attrice, ma vide il suo sogno infrangersi con il matrimonio e l’arrivo della guerra. Si diede quindi alla narrativa. Nei suoi romanzi, Howard rappresenta con precisione etologica e con la disinvoltura conferita da una lunga esperienza le dinamiche matrimoniali, le sottigliezze dei rapporti sentimentali, le sfumature e le contraddizioni dell’amore che solitamente si impiega un’intera esistenza a cogliere nella loro interezza. Artemis Cooper ci regala un ritratto strabiliante di una donna maledetta due volte, dalla sua bellezza e dalla sua acuta sensibilità, la cui innocenza fu innanzitutto un pericolo per se stessa.

Ho iniziato a leggere questo libro perché sentivo una fortissima notalgia della famiglia Cazalet (attendevo l’uscita di Tutto Cambia) e della penna acuta e penetrante di Jane Howard. Non conoscendo quasi nulla della sua vita, mi sono lasciata guidare passo passo da Artemis Cooper, la cui competenza mi ha colpita piacevolmente.
Albero Genealogico di Jane Howard
È stato bello ritornare per un po' a Home Place. Si, avete capito bene, mi riferisco alla tenuta di campagna nel Sussex degli amati Cazalet: Elizabeth Jane Howard ha preso ispirazione dalla propria famiglia per la famosissima saga.
I genitori di David [Howard] vivevano nella campagna del Sussex Weald, a Home Place: una casa abbastanza decorosa tra boschi e campi coltivati, vicino al villaggio di Whatlington, circondata da frutteti e recinti per gli animali, stalle e un campo da tennis, e con molti domestici.
∼ Capitolo 2

E, quindi, Home Place non è un luogo fittizioGioia e giubilio in tutto il regno! Inizialmente capiamo che Jane riveste il ruolo di Louise, perché è figlia di una giovane promessa dei Ballets Russes, Katherine (Kit) Somervell, e di David Liddon Howard, secondogenito di un ricco mercante di legname.
Kit aveva catturato l’attenzione di un uomo alto e di bell’aspetto, tornato dalla guerra non solo vivo ma con un grado e una medaglia di cui la famiglia poteva andare fiera; a prima vista, inoltre, non esibiva ferite fisiche né psicologiche.
∼ Capitolo 1 

Artemis Cooper
Jane crebbe non molto amata dalla madre, oggetto di continue critiche e rimproveri e con la paura di essere abbandonata più forte che mai. Alla mancanza di sicurezza, si aggiunsero le molestie subite dal padre che lasciarono cicatrici profonde, nonostante Jane cercò di giustificare il comportamento come un trauma di guerra. Il raggio di sole che rischiarò la sua infanzia fu Miss Eleanor Meredith Cobham, precettrice dalla grande conoscenza e dal cuore buono. Le fece amare Shakespeare e da quel momento si interessò alla carriera da attrice. 

Il matrimonio giovanissima con Peter Scott, una figlia Nicola e la completa solitudine in un matrimonio dove la suocera dettava legge, spinsero Jane a una nuova consapevolezza di sé. Un tradimento appassionato e venato dal brivido del non politically correct e la successiva fuga da una vita che non le era mai appartenuta del tutto, le danno la libertà: lavoretti saltuari, una casa piccola e poco accogliente e la voglia di scrivere. Dopo Louise, Jane Howard regala un po' di sé a Clary Cazalet.
Jane Howard e Peter Scott
Artemis Cooper ha saputo tracciare la vita privata di Jane nei diversi romanzi: la scrittrice sintetizza la trama del racconto (non l’ho apprezzato del tutto, non conoscendo i romanzi!), mettendo in evidenza la Jane di quegli anni, i suoi dubbi e la sua necessità di essere ascoltata.
The Beautiful Visit scaturì dall’infelicità del primo matrimonio di Jane e solleva le domande che in quel momento si poneva lei. Com’è possibile per le donne trovare un proprio posto nel mondo se la preparazione e l’istruzione che ricevono sono finalizzate a null’altro che al matrimonio? La vita di coppia permette davvero di realizzarsi? È possibile trovare una propria identità al di fuori di questa?
∼ Capitolo 8

Leggendo il romanzo, ho avuto la sensazione che Jane Howard non è stata completamente artefice del proprio destino, risucchiata dal nomea di femme fatale che dilagò negli anni. In una nuova relazione ricercava l’amore romantico: venne ferita tante volte dall’indifferenza maschile nei confronti dei suoi sentimenti ma, nonostante ciò, non smise di cercare il suo Mr Darcy.
Mi sembra come di aver vissuto la mia vita sulla scia dell’esperienza; e che spesso ho dovuto ripetere più volte la stessa situazione disastrosa prima di afferrare il messaggio.
∼ Jane Howard, Slipstream 

In 91 anni, Jane Howard ha vissuto, ha amato in tutte le sue declinazioni: ha amato come una figlia che cerca di mostrarsi al meglio ai propri genitori assenti, come moglie giovane e ingenua, come amante appassionata e, nonostante credesse di non essere capace di amore materno, ha saputo essere una madre presente e attenta per i figli di Amis e in modo particolare per Martin.

Targa commemorativa sulla casa di Bungay
Questo libro mi ha lasciato la grandissima curiosità di leggere gli altri romanzi di Elizabeth Jane Howard e la sua autobiografia Slipstream. Mi auguro che Fazi Editore continui a deliziarci con questi piccoli gioielli della letteratura inglese.

Ora tocca a voi: avete letto questo libro? Cosa ne pensate? Altrimenti, vorreste leggerlo?
Fatemi sapere!

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